SUL PALCO DEL PARIOLI RICCARDO ROSSI PORTA I SUOI RICORDI IN NOTE
Al Teatro Parioli di Roma, fino al 12 gennaio, Riccardo Rossi porta in scena “Volevo fare il musicista”. Affiancato da una band di dieci elementi, il brillante attore accompagna il pubblico in un viaggio autobiografico tra musica classica, rock, pop e soul dell’ultimo trentennio.
Impossibile non ridere, non ballare (o almeno dimenarsi a tempo!), e soprattutto non emozionarsi nell’ascoltare le eccellenti cover dei tanti classici che Riccardo Rossi e la sua band offrono al pubblico durante l’ora e mezza di “Volevo fare il musicista”.
Uno show in cui il mattatore romano racconta il suo grande amore per la musica, iniziando da come è diventata parte della sua vita sin da ragazzino, con gli studi e la passione per la musica classica, per poi accompagnarlo negli anni attraverso le sue esperienze personali e professionali.
In programma al Teatro Parioli-Costanzo di Roma fino al 12 gennaio, con il suo stile inconfondibile – ironico, appassionato, preparato – Rossi alterna divertenti monologhi ed esibizioni al pianoforte, portando in scena con il tipico entusiasmo caloroso e coinvolgente che lo contraddistingue il suo amore per la musica e i tanti incontri, veri e virtuali, che ha avuto la fortuna e la capacità di avere negli anni: Leonard Bernstein, Quincy Jones, Michael Bublé, i Bee Gees, Michael Jackson, Domenico Modugno, Stevie Wonder, Pat Metheny…
Tra i ricordi della giovinezza romana, iniziando dal vicino di casa Domenico Modugno (che, come l’attore Enrico Maria Salerno, abitava nello stesso edificio in viale Tiziano, a due passi da Ponte Milvio), passando per la storica amicizia con Fiorello – a casa del quale ci fu l’incontro con il cantante canadese Michael Bublé e la sua fidanzata di allora, una giovane Emily Blunt non ancora famosa – Rossi condivide col pubblico ricordi ed episodi, battute e racconti, il tutto arricchito da una lunga sequenza di foto ricordo scattate con i grandi cantanti e musicisti che la sua passione, il suo candore ed il suo sapersi muovere gli hanno consentito di accumulare negli anni.
Alternando momenti prettamente comici dello spettacolo – immancabile un suo classico, la vicenda del presunto plagio di Michael Jackson di una canzone di Al Bano – a un buon numero di cover e di medley di tanti grandi successi degli anni ’70-’80-’90, lo spettacolo costituisce un viaggio sincero e divertente nella grande musica di quella generazione, ma anche un sentito e personale resoconto di un mondo fatto di grandi concerti, grandi stelle della musica e personaggi di primo piano: un insieme di racconti ed esperienze che hanno divertito la platea in cui si sono notate anche presenze di spicco.
Ma la verve e l’ironia di Riccardo Rossi, a mo’ di livella, non fanno differenze: si ride e ci si emoziona tutti, con la naturalezza e la spontaneità di quando si trascorre una divertente serata a casa di vecchi amici.