L’EDITOREEL: Truffe emotive, la piaga del XXI secolo
Dopo ogni emergenza – un’alluvione, un incendio, un terremoto – appaiono post di raccolta fondi sui social. Molti dei quali sono completamente falsi. Vere e proprie truffe a scapito di chi è davvero in difficoltà.

Negli ultimi mesi, dopo ogni emergenza – un’alluvione, un incendio, un terremoto – sono apparsi decine di post disperati, con foto di famiglie distrutte, bambini in lacrime, animali feriti.
Molti di questi post fanno il giro del web, vengono condivisi a raffica… e spesso c’è un link: una raccolta fondi, un IBAN, una richiesta di aiuto urgente.
Ma ecco il punto: alcuni di questi annunci sono completamente falsi. Le immagini vengono prese da profili veri, da persone che stanno davvero vivendo un dramma. Solo che dietro quei post non c’è chi ha perso tutto… ma chi vuole guadagnarci.
È un nuovo tipo di truffa digitale: emotiva, invisibile, difficile da controllare. E il risultato? I veri bisognosi non ricevono aiuto, mentre i truffatori si arricchiscono sulle disgrazie altrui.
Ora, attenzione: non sto dicendo che tutte le raccolte fondi siano false. Ma verificare prima di donare è un atto di responsabilità. Verso te stesso e verso chi ha davvero bisogno.
Rifletti su questo: quanto è facile per chiunque rubare una foto, inventarsi una storia, aprire un IBAN e farlo diventare virale?