L’EDITOREEL: Tra impiegati IOR il matrimonio non s’ha da fare
Due dipendenti dell’Istituto per le Opere di Religione, la banca vaticana, sarebbero a rischio licenziamento perché, galeotto fu l’ufficio, avrebbero deciso di sposarsi.
Tra le norme interne dello Ior infatti, pare ce ne sia una che prevede la fine del contratto di lavoro dei due sposi a meno che uno dei due non si dimetta volontariamente dal suo impiego.
La vicenda, prima e unica al momento, è arrivata all’Ulsa, l’Ufficio del lavoro della Sede Apostolica, che comunque non ha ancora preso una decisione.
Il Vaticano non è nuovo ai casi di disciminazione: sono recenti le polemiche per il divieto di tatuaggi e piercing ai dipendenti della Fabbrica di San Pietro.
Ma anche in altre amministrazioni vaticane (autonome rispetto allo IOR) sono affiorati problemi seppur di altra natura.
Come ad esempio la lunga lettera collettiva, una sorta di class action, con la quale 49 custodi dei Musei Vaticani chiedono al Governatorato maggiori tutele e lamentano abusi di potere.
Nel caso dei promessi sposi dello Ior però il regolamento cozza con l’esortazione a metter su famiglia che arriva puntuale ai fedeli da ogni pontefice.