L’EDITOREEL: A Napoli vince la provocazione di Pesce

La monumentale installazione che svetta in Piazza del Municipio creata dal visionario Gaetano Pesce vuole essere un grido contro la violenza e le ingiustizie.

Napoli, la mia adorata città, stupisce ancora!

Sicuramente avrete visto la monumentale installazione che svetta in Piazza del Municipio creata dal visionario Gaetano Pesce.

‘Maestà Sofferente’, questo è il titolo dell’opera, vuole essere un grido contro la violenza, contro le ingiustizie, e soprattutto contro le ferite che il nostro mondo si porta dietro. E’ un richiamo a proteggere ciò che amiamo e a non restare indifferenti di fronte al dolore, proprio nel cuore pulsante della cultura e della storia napoletana.

Peccato che, quello che dovrebbe essere un enorme pulcinella stilizzato, sembri in realtà un enorme “blob”. C’è chi lo ha definito gonfiabile di Carnevale e chi pensa che non sia terminata.

Qualcuno sui social, tra un meme ed un altro, ha sottolineato che al posto dell’opera la città avrebbe potuto dotarsi di più parcheggi.

Mentre le critiche, definiamole “serie”, trovano che sia fuori contesto rispetto alla maestosità storica di Napoli, o la reputano un vero e proprio ‘un pugno nell’occhio’. 

Che piaccia o meno, è certo che non passa inosservata! Tanto da rendere invisibile una parte dell’opera. Sì, perché accanto all’enorme totem ci sono due cuori trafitti da una freccia. 

Ma se lo scopo era quello di scuotere, far riflettere, creare dibattito e attirare l’attenzione di cittadini e turisti, possiamo dire che Gaetano Pesce ha vinto anche stavolta. 

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